(Adnkronos) - Fresco, dolce, dai colori decisamente solari, è il melone giallo, un protagonista della nostra estate al quale è dedicata la nuova puntata de 'il Gusto della Salute', la rubrica online ideata e coordinata dall'immunologo Mauro Minelli responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata, in collaborazione con Adnkronos e patrocinata dall’Università Lum-Libera Università Mediterranea 'Giuseppe Degennaro' con il suo corso di studi in Enogastronomia. "E’ un frutto dalla scorza dura, ruvida, segnata da una fitta maglia di reticoli al cui interno si nasconde una gran quantità di semi fin dall'antichità considerati simbolo di fecondità - spiega Minelli - Detto anche ‘melone di pane’, per via di una probabile derivazione fonetica dal termine arcaico ‘melopopone’; e in realtà popone è il termine con il quale ancora oggi in Toscana viene chiamato questo prodotto di una pianta rampicante appartenente alla famiglia botanica delle Cucurbitacee, chiamata Cucumis melo".
"Il melone giallo può raggiungere il peso di 4 chilogrammi e nella storia il suo consumo, che sembra risalire addirittura ai Sumeri, è menzionato perfino nelle Bibbia nelle pagine dell’Esodo. Ne parlò pure l’insigne studioso, scienziato, filosofo e scrittore Plinio il Vecchio, vissuto nel I secolo d.C. Marco Polo, nel suo viaggio verso l’estremo Oriente, vide meloni messi a maturare fino a raggiungere una dolcezza superiore a quella del miele, e di 'lunghi melloni e gialli poponi' scrive anche Giovanni Boccaccio", ricorda l'immunologo.
Ma quali sono le proprietà nutrizionali del melone di pane? Risponde la biologa nutrizionista Dominga Maio: "Il melone giallo è un vero e proprio integratore naturale, ha un effetto saziante ed è un alimento energetico, tanto che uno sportivo dopo l’allenamento può con beneficio gustarne una fetta. E’ ricchissimo di fosforo e calcio, preziosi per la salute delle ossa; grazie al ferro e al magnesio contrasta le anemie; è benefico apportatore di potassio ed è anche buon dispensatore di acido folico, vitamina C e beta carotene. Ben venga quindi il melone in uno spuntino o in una merenda, sotto forma di sorbetto, macedonia o frullato, ma anche come antipasto magari classicamente associato al prosciutto".
"Non mancano però le controindicazioni soprattutto sul fronte allergologico - avverte Minelli - Con l’ingestione del melone è descritta, infatti, una qualche spiacevole reazione a carico delle mucose interne della bocca, o anche un edema labiale, reazioni che possono comparire in soggetti sensibili, da subito a entro un’ora dal contatto con l’alimento. Possono pure manifestarsi sintomi come orticaria, nausea, diarrea. La caratteristica peculiare di tali reazioni è legata alla contingenza, tutt’altro che infrequente, che esse possano insorgere in individui con allergie a pollini, per effetto di un fenomeno noto come ‘reattività crociata’. Nel caso specifico del melone - evidenzia - esistono infatti delle proteine allergizzanti che questo frutto condivide coi pollini della betulla, del nocciolo, dell’olivo e di graminacee come l’orzo, il riso, il granturco, ma anche con altri frutti come l’ananas, la ciliegia, la pesca, la pera, l’arancia, la fragola, la mela, il mango, la banana, il cocomero”.
“Il fenomeno della reattività crociata chiarisce, dunque, come mai un soggetto allergico al melone possa risultare allergico al polline della betulla, pur senza avere mai avuto la possibilità di sensibilizzarsi alla betulla. In tale circostanza, di fatto, l’allergia non è verso il melone o la betulla, ma verso le profiline presenti, in alta omologia, tanto nella polpa del melone quanto nel polline della betulla - sottolinea Minelli - Accade, però, che in questi casi il paziente potrebbe essere allergico anche a tutti gli altri pollini e alimenti contenenti profiline: proteine strutturalmente simili e correlate, poco resistenti ai succhi gastrici - e per questo non in grado di provocare sintomi sistemici - e al calore per cui gli alimenti che le contengono, se cotti o comunque sottoposti a processi di rielaborazione, sono generalmente ben tollerati. Più frequentemente essi sono responsabili della cosiddetta Sindrome allergica orale (Sao). È sempre utile conoscere rischi e provenienza degli stessi - conclude l'immunologo - per assicurare un giusto mix tra gusto e salute, che poi è l’obiettivo prioritario della nostra rubrica".