Si è laureato con 110 e lode presentando la tesi intitolata "Gli abissi di una pena a partire da Primo Levi". Giuseppe Perrone però non era uno studente come gli altri del corso di laurea magistrale in Editoria, Informazione e Comunicazione dell'Università Tor Vergata di Roma. Giuseppe infatti è attualmente detenuto al carcere di Rebibbia ma ha ottenuto un permesso speciale per discutere la tesi in facoltà in presenza. "E' una grande emozione perché è la prima volta che viene concesso un permesso del genere", ha commentato il relatore della tesi del laureando, il professore di Letteratura Italiana Fabio Pierangeli. Presenti alla discussione di laurea anche la moglie e il figlio di Perrone. "E' la prima volta che lo rivedo di persona da due anni e mezzo, a causa del covid. Sono emozionatissima. Per lui è la coronazione di un sogno", ha spiegato la moglie Sonia Reale. "La cultura come forma di riscatto? Certamente - ha aggiunto -. Ma fin da subito, dall'arresto, ho visto un'altra persona. La sofferenza ti porta a capire la lontananza degli affetti e mancando tutto sei portato a scegliere il lato migliore delle cose". .di Francesco Giovannetti