Bergamo, 24 mag. (askanews) - Il Pnrr apre alle imprese italiane un ampio ventaglio di opportunità per sostenere e accelerare l'innovazione. Ben 40 miliardi sono dedicati alla prima delle sei missioni che articolano il Piano, quella che punta alla "Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura per il rilancio della produttività del Sistema Paese". Le risorse vengono messe a disposizione delle imprese attraverso strumenti diversi: dalle misure strutturali -come ad esempio crediti d'imposta- ai bandi tematici, fino a bandi premiali. Ma orientarsi nelle procedure e presentarsi in regola per l'accesso ai fondi richiede competenze specifiche. "Spesso queste misure vengono messe a disposizione mediante una formula che, tecnicamente, viene definita di 'sportello valutativo' - spiega Marco Pasta, managing partner di Conlabora Srl, società di consulenza aziendale che aiuta i clienti a diversificare il mix finanziario per sostenere innovazione, sostenibilità e crescita - Le domande da parte delle imprese sono valutate in base all'ordine di presentazione: quindi la velocità è molto importante. Ma allo stesso tempo si tratta di presentare anche un dossier progettuale articolato, in alcuni casi un vero e proprio business plan che deve rispondere a richieste specifiche. Quindi: velocità coniugata con qualità. Le imprese dal punto di vista pratico devono quindi informarsi costantemente e, mi permetto di suggerire, andando al di là del semplice titolo del bando, che certe volte può essere fuorviante. Cioé bisogna entrare nel merito e capire quanto le agevolazioni rese disponibili da quella misura corrispondono effettivamente al fabbisogno dell'impresa. E poi una strategia secondo noi vincente riguarda la predisposizione di un portfolio di idee progettuali. Cioè l'impresa è chiamata a sviluppare, fin da prima della pubblicazione delle opportunità, delle idee progettuali un po' articolate che poi possono venire sviluppate concretamente con l'aiuto dei consulenti nel momento in cui la misura viene annunciata e implementata". All'interno degli strumenti che il governo ha messo in campo per favorire lo sviluppo tecnologico delle imprese rientrano inoltre le misure previste dall'aggiornato Piano Industria 4.0, diventato "Piano nazionale Transizione 4.0". Grazie agli importanti incentivi fiscali previsti, per le imprese è ora il momento di investire, per cogliere in pieno opportunità che potrebbero non ripresentarsi. "Le aziende devono investire e lo possono fare ottenendo un tax credit molto importante", dice Francesca Ghezzi, fiscalista dottore commercialista e partner dello Studio BNC - Berta, Nembrini, Colombini e Associati di Bergamo. "Ricordiamo che, per esempio, per gli investimenti in beni materiali 4.0 stiamo parlando di un credito di imposta che arriva fino al 50 per cento degli investimenti, con un limite di spesa di un milione di euro anno - prosegue Ghezzi - E questo per il 2022; mentre ad oggi non sono previsti innalzamenti del credito d'imposta per gli anni a seguire, quindi è confermato il 15 per cento per gli investimenti che avverranno nel 2024, e del 10 per cento per gli investimenti nel 2025. Quindi questo è il momento per investire in 4.0". Conoscenza delle procedure e tempestività: per le imprese poter contare su consulenti in grado di dare concretezza a questi due principi guida diventa quindi una necessità strategica per massimizzare le diverse e specifiche opportunità offerte dalle misure a sostegno alla trasformazione digitale. "Le aziende da sole non possono affrontare questo percorso: hanno bisogno di consulenti perché devono individuare gli investimenti in modo corretto - conferma Ghezzi - il rischio è quello di lanciarsi in investimenti che poi non hanno le caratteristiche per beneficiare di questi crediti d'imposta. Per esempio pensiamo che per la formazione 4.0 si sta aspettando un decreto del Ministero dello Sviluppo che dirà come deve essere certificata questa formazione. Quindi assolutamente le imprese devono affidarsi a dei consulenti validi che le possono indirizzare in investimenti corretti per avere il massimo beneficio". "Il ruolo del consulente sostanzialmente è duplice - conclude Pasta - Primo: tenere informata l'impresa rispetto all'opportunità. Secondo: aiutare le imprese a strutturare la proposta progettuale più efficace. Ricordiamoci che queste sono risorse competitive: non basta presentare domanda per essere finanziati, bisogna presentare il proprio piano rapidamente e con una qualità elevata. Il ruolo del consulente crediamo che sia esattamente in questo".Studio BNC, che riunisce un team di più di 90 persone -tra professionisti, consulenti e staff- specialisti nell'ambito della consulenza societaria, fiscale e del lavoro, e Conlabora nel 2021 hanno dato vita con una partnership societaria a un polo di competenze economico-finanziarie-manageriali dedicato alle imprese che intendono sfruttare appieno le opportunità offerte dalla sfida dell