https://www.pupia.tv - Esposte sul bancone in bella vista e spacciate per italiane. Così vengono vendute quelle che sembrano essere le arance e le clementine migliori del mercato pescarese. Peccato che sull’etichetta non si legga né il Paese d’origine, né il luogo di provenienza. E qui casca l’occhio vigile delle Fiamme Gialle di Pescara che, nel weekend appena trascorso, hanno sequestrato oltre 6 tonnellate di agrumi privi di indicazioni sulla provenienza, cui segue l’applicazione ai responsabili di sanzioni amministrative pecuniarie sino a 64 mila euro.
L’iniziativa si è svolta nell’ambito di “Stop Fake”, il piano di controlli anticontraffazione e sicurezza prodotti avviato dalla Guardia di Finanza di Pescara in collaborazione con l’Icqrf locale (l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi), sulla scia del protocollo d’intesa siglato il 22 luglio 2020 tra il Comando Generale della Guardia di Finanza e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, al fine di rafforzare la tutela del Made in Italy e il contrasto alle maggiori insidie di manipolazione che si annidano nel settore agroalimentare, dove, dopo la pandemia e la crisi economica, i business illegali sono lievitati.
Solo nel 2020, secondo quanto rapporta l’Icqrf, ci sono state 159 notizie di reato e 4.119 contestazioni amministrative, per un totale di 22 milioni di chili di merce sequestrata che sfiora un valore di oltre 21 milioni di euro. (11.04.22)