https://www.pupia.tv - I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, nei confronti di un cittadino di origine cinese e decreti di perquisizione locale e personale e sequestro, presso dieci unità abitative riconducibili agli indagati, due studi notarili, due studi commercialisti e quattordici filiali di istituti di credito. Oltre al fermato sono indagati altri cinque soggetti di nazionalità cinese, due commercialisti, due notai e cinque funzionari di istituti di credito, tutti italiani.
Le contestazioni riguardano un’associazione per delinquere, operante con il concorso esterno di professionisti e funzionari di banche, finalizzata alla commissione di più delitti fra cui quelli di appropriazione indebita, riciclaggio ed emissione ed utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti. Il soggetto sottoposto a fermo, con la contestazione di promotore e ideatore dell’associazione per delinquere, avrebbe provveduto personalmente ad interfacciarsi con i professionisti indagati per la costituzione di 46 tra società e ditte individuali, la cui rappresentanza formale era assegnata a meri prestanome.
Allo stato delle ricostruzioni, l’associazione per delinquere avrebbe emesso 10.025 fatture per operazioni oggettivamente inesistenti nei confronti di 1.068 clienti, per un importo complessivo pari a 191 milioni e 978.217,07 euro, allo scopo di consentire a terzi imprenditori di effettuare bonifici per i medesimi importi, così drenando enormi quantità di denaro dalle proprie aziende.
La provvigione per l’illecita attività, variava tra l’1 e il 6%. Più nel dettaglio, l’associazione aveva come obiettivo quello di garantire agli amministratori di talune società la possibilità di fare fuoriuscire ingenti somme di denaro dai conti correnti delle stesse, e agli evasori fiscali cinesi, che invece avevano grandi disponibilità di contanti, il trasferimento dei capitali in Cina. In questo sistema, le fatture false avevano la funzione di giustificare l’enorme flusso di bonifici ricevuti e ordinati dalle società fittizie, in modo da non incappare nella rete dei controlli previsti dalla normativa di prevenzione antiriciclaggio.
Il capo dell’organizzazione poteva contare su referenti dipendenti dagli istituti di credito ove venivano fatti transitare i soldi, con i quali personalmente intratteneva rapporti e studiava strategie per evitare che le operazioni finanziarie venissero segnalate alle autorità competenti.
Sottoposti sequestro denaro contante e disponibilità finanziarie per oltre 1 milione e 15 mila euro, due autovetture di lusso, orologi, gioielli e accessori di pelletteria per uomo e donna, oltre a token per l’accesso ai conti correnti, documenti di identità falsi, nonché documentazione manoscritta, di natura extra-contabile, ora al vaglio degli investigatori. (01.03.22)