Tiberio Bentivoglio, imprenditore di Reggio Calabria, ha denunciato la 'ndrangheta 30 anni fa. Si rifiutò di pagare il pizzo e da quel momento la sua vita è un calvario: minacce, attentati incendiari, bombe, un tentato omicidio. Nel 2011 sei proiettili calibro 7.65 gli arrivarono alle spalle dopo l'ennesimo rifiuto di fronte alle richieste della 'ndrina Libri e da allora è rimasto offeso alla gamba destra. L'uomo, a causa dei continui incendi alla sua attività e ai suoi depositi negli anni ha contratto numerosi debiti e, malgrado l'aiuto e i prestiti di familiari e conoscenti, ora rischia che lo Stato gli porti via la casa su cui pende un'ipoteca. Nessuna banca gli concede più fidi e per essere finito nella lista dei cattivi pagatori non può partecipare ad appalti pubblici. L'appello dell'uomo al Viminale che ha in mano il suo caso dopo una delibera della Commissione Parlamentare Antimafia dello scorso dicembre: "Ho scelto di restare a Reggio Calabria per dimostrare che contro le mafie si può vincere. Lo Stato però deve mostrare i muscoli, far vedere che mi sta accanto. Chiedo quindi di azzerate i miei debiti, contratti per continuare a lavorare malgrado le bombe e la merce distrutta, e di annullare l'ipoteca sulla mia casa". Di Federica Angeli .Video di Riccardo De Luca