Spaccio di droga tra Abruzzo e litorale romano: smantellata organizzazione italo-albanese (12.01.22)

Pupia Crime 2022-01-12

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https://www.pupia.tv - Sgominato all’alba un fiorente traffico di cocaina e hashish tra l’Abruzzo e il litorale romano, in particolare Ardea e Pomezia. Una volta giunto a L’Aquila, lo stupefacente veniva “tagliato” e diviso in dosi, per poi essere rivenduto sulle principali piazze di spaccio. I soggetti raggiunti dalla misura, di cui 7 italiani e 7 albanesi, sono tutti privi di occupazione e nella maggior parte dei casi con precedenti di polizia specifici.

Questo l’esito della maxi operazione che ha coinvolto L’Aquila, Chieti, Vasto, oltre che ad Ardea, Pomezia Cremona, Napoli e Brescia, ad opera militari del comando provinciale di L’Aquila hanno dato esecuzione a 14 ordinanze di custodia cautelare – emesse dal gip del tribunale di L’Aquila, su richiesta del sostituto procuratore Marco Maria Cellini – nei confronti di altrettante persone (6 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 4 con l’obbligo di dimora nel comune di L’Aquila), indagate, a vario titolo, per concorso nel reato di spaccio di sostanze stupefacenti e favoreggiamento personale. All’operazione hanno partecipato anche diverse unità cinofile antidroga provenienti da Chieti, Modugno (Bari) e Roma e un’unità del 16° nucleo elicotteri di Rieti.

L’indagine, condotta dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia di L’Aquila e coordinata dal Procuratore della Repubblica Michele Renzo e dai Sostituti Guido Cocco e Marco Maria Cellini, si è sviluppata a partire dall’inizio del 2021. È stata svolta con l’ausilio di attività tecniche e attraverso numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento che hanno permesso di individuare un vero e proprio gruppo criminale che gestiva con profitto un traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish tra il capoluogo abruzzese e il litorale romano (in particolare Ardea e Pomezia).

Gli investigatori hanno documentato che lo stupefacente, comprato sul litorale romano, veniva trasportato a L’Aquila da corrieri che lo occultavano all’interno di vani appositamente ricavati in diversi autoveicoli. I mezzi utilizzati erano di proprietà di fiancheggiatori incensurati, così da limitare il più possibile i normali controlli alla circolazione stradale. Una volta giunto a L’Aquila, lo stupefacente veniva “tagliato” e diviso in dosi, per poi essere rivenduto sulle principali piazze di spaccio. I soggetti che si occupavano dello spaccio al dettaglio venivano contattati di volta in volta dagli acquirenti soprattutto attraverso le piattaforme social, nel tentativo di sfuggire a eventuali intercettazioni telefoniche. (12.01.22)

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