Adria (RO) - Intesta patrimonio a prestanome per non pagare cartelle esattoriali: arrestata imprenditrice (05.11.21)

Pupia Crime 2021-11-05

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https://www.pupia.tv - Operazione della Guardia di finanza di Adria e dei carabinieri di Rovigo che hanno dato esecuzione ad una ordinanza di sequestro preventivo per circa 300mila euro nei confronti di una 47enne imprenditrice adriese finita agli arresti domiciliari per frode fiscale, in quanto ritenuta “dominus occulto” di un sistema fraudolento, e ricettazione. Eseguite, inoltre, perquisizioni locali, domiciliari e personali, tra Veneto e Toscana, nei confronti di 2 indagate e 3 società a responsabilità limitata a queste riconducibili.

Mentre i carabinieri procedevano a smantellare la “rete ricettava” di oggetti preziosi proventi da furti in abitazione, risultati poi essere illecitamente acquisiti dall’imprenditrice, i finanzieri si muovevano per far luce su una sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. La convergenza delle due indagini faceva emergere un disegno criminale architettato dall’imprenditrice operante nel settore del “Compro Oro”, la quale, per evitare il pagamento di cartelle esattoriali, ammontanti complessivamente a 300mila euro, aveva creato sin dal 2011 una complicata rete societaria e di “riorganizzazione aziendale”, attraverso cui era riuscita apparentemente a “spogliarsi” in modo progressivo di tutti i beni, pur mantenendone la disponibilità di fatto. In particolare, l’imprenditrice aveva apparentemente alienato il proprio patrimonio intestandolo a una prestanome residente in Toscana, creando 3 nuove e distinte società a responsabilità limitata, non più aggredibili dal Fisco, in quanto non a lei riconducibili, mediante operazioni di conferimento di ramo d’azienda solo apparentemente lecite.

L’intera somma dovuta allo Stato è stata recuperata per intero dai finanzieri sia mediante il sequestro di ingenti somme in contanti (94.165 euro rinvenuti nell’abitazione dell’indagata e all’interno di una cassetta di sicurezza murata nella sede di una delle società) ma anche sequestrando quanto depositato sui conti correnti intestati agli indagati o alle società-schermo ad essi riconducibili. (05.11.21)

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