ANCHE GLI UOMINI POSSONO ESSERE MUSICA. EZIO BOSSO, MUSICA NELLA MUSICA
di Antonella Pederiva
"Oggi tutti parlano e nessuno sta a sentire. Bisogna fare silenzio per poter ascoltare. Un silenzio attivo, che ti aiuta a percepire non solo il suono ma anche te stesso, la tua anima".
(Ezio Bosso)
Un anno fa esatto se ne andava Ezio Bosso.
Apro il cassetto dei ricordi e mi appare. Quel suo sorriso aperto, che donava senza risparmiarlo, che lezione per quelle bocche serrate e tristi, che trattengono i sentimenti e le emozioni. Lui no. Lui era diverso da tutti, perché dal suo dolore, e credo soffrisse tanto, faceva nascere entusiasmo, allegria, voglia di vivere. Non tutti vivono in vita, tanti son già morti, sono fantasmi che non puoi afferrare, passi loro attraverso senza che si facciano toccare. Ezio Bosso rappresentava la vittoria dell'anima sul corpo, la vittoria dello spirito sulla carne, ancora prima di andarsene dalla sua dimora terrena. Lo immagino dirigere, libero finalmente da barriere e lo immagino comporre note a noi sconosciute e melodie celesti. A noi ha lasciato il suo esempio e il ricordo di un uomo che non è vissuto invano, che ha lasciato tracce ovunque del suo passaggio. Orme indelebili e profonde.
E fra un anno, fra due anni, fra cinque, fra 10, ogni giorno successivo a quella notte del 14 maggio in cui ha chiuso per sempre gli occhi, il Maestro è vissuto e vive. Nella sua musica. Eterna, immortale come solo l'arte può essere. È la bellezza che si espande, che si ricrea, che si tramanda. Come versi di poesia. Finché solo un uomo ancora e ancora nel tempo leggerà un verso, poserà uno spartito sul leggio, farà vibrare una nota con il suo strumento.
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Fonte foto: web
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