“La narrazione di un sud dimenticato nel piano nazionale di ripresa e resilienza non corrispond" /> “La narrazione di un sud dimenticato nel piano nazionale di ripresa e resilienza non corrispond"/>
“La narrazione di un sud dimenticato nel piano nazionale di ripresa e resilienza non corrisponde al vero”. Lo afferma il sottosegretario alle infrastrutture Giancarlo Cancelleri che in una intervista all’Adnkronos aggiunge che “sono parecchi i denari arrivati al meridione”. “Se facciamo i conti- rileva Cancelleri- dal Recovery Fund, su 209 miliardi, 90 sono arrivati al sud. I rimanenti sono da dividere per il centro ed il nord del Paese. Siamo arrivati ben oltre le soglie che ci avvicinano al 50% della disponibilità. La sfida, adesso, e’ quella di spenderli”.
“Nei prossimo anni- evidenzia il sottosegretario siciliano oggi a Catania- oltre ai 90 miliardi arriveranno anche altri 110 miliardi tra fondi di ‘sviluppo e coesione’ e altri fondi comunitari di varia natura per un totale di 202 miliardi. Il sud deve essere in grado di spenderli -ribadisce Cancelleri- quindi di fare progetti, di arrivare in cantiere, e non di bloccarli i cantieri, e di completare le opere”. “Sarà questa la grande sfida che dovremo affrontare. Basta piagnistei e lamentele -prosegue l’esponente pentastellato- che non appartengono neanche ai documenti presentati in Europa”.
Cancelleri, poi, in merito al dibattito sul Ponte sullo Stretto di Messina, dice “non siamo tifosi di nessuna scelta infrastrutturale.Siamo pero’ tifosi dell’attraversamento stabile dello Stretto. Come ministero, infatti, abbiamo più volte detto che questo tema non e’ più rinviabile, dobbiamo dire con chiarezza quello che vogliamo fare anche perché - sottolinea Cancelleri- dobbiamo dare delle prospettive importanti”. “Se il tema del Ponte sullo Stretto dobbiamo metterlo sul tavolo - dice il sottosegretario- affrontiamolo con coerenza, senza superficialità e con intelligenza tracciando una linea: se questa- osserva- e’ una infrastruttura strategica nazionale, tutto il Paese deve prendersene carico uscendo dalle logiche del 34% per gli investimenti del sud e deve essere un intervento che il governo deve finanziare attraverso i fondi destinati a tutto il territorio nazionale”. “Sulle scelte- conclude- spazio alla politica ed al parlamento per decidere quale possa essere la soluzione migliore per poter fare un attraversamento stabile sullo Stretto”.
(di Francesco Bianco)