Cosa vuol dire essere un profugo? Come si vive in un Campo Profughi? Storie Invisibili è un viaggio all’interno dei Campi Profughi Palestinesi in Libano, per scoprirne le vite, le persone, le vicende, mettendo sotto i riflettori, in primo luogo, non i problemi, ma le soluzioni. Facile vedere le cose brutte… difficile far guardare le “Storie Invisibili”. Per otto giorni un giornalista e un reporter torinesi, Luca Rolandi e Andrea Tomasetto, hanno girato tra i diversi Campi Profughi palestinesi in Libano, filmando, intervistando, fotografando, incontrando. Nei Campi, la vita è difficile: infrastrutture carenti, servizi (luce, acqua, nettezza urbana) quasi inesistenti, situazioni umane al limite. Eppure le persone cercano di portare avanti delle vite “normali”. E ci sono associazioni che lavorano per superare queste mancanze, creando progetti di cooperazione sociale e di sviluppo per la comunità. È il caso di Beit Aftal Assumoud, società fondata dagli stessi profughi palestinesi, che ha dato vita ad una sorta di “welfare parallelo” per ovviare ai diritti negati alle persone rifugiate: sanità, lavoro, istruzione, svago, socialità. Perché se “il problema dei Campi è l’educazione” e se “ad emigrare sono soprattutto coloro che non hanno istruzione e lavoro”… allora un modo per evitare che nuovi profughi si imbarchino sulle pericolose rotte verso l’Occidente, è favorire i progetti di sviluppo educativo e sociale nei Paesi a rischio. Il film Storie Invisibili è stato realizzato grazie al progetto Frame Voice Report! (finanziato attraverso il COP – Consorzio delle ONG Piemontesi, con il contributo dell’Unione Europea), il cui scopo è quello di sensibilizzare i cittadini sui temi dello sviluppo sostenibile e sulla cooperazione nei Paesi a basso reddito.
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