https://www.pupia.tv - Torino - Un laboratorio di maglieria, con tre dipendenti regolarmente assunti, si è trasformato in centro tessile con 16 lavoratori in nero, per produrre camici monouso e mascherine. A scoprire questo laboratorio clandestino sono stati gli agenti della Divisione di Polizia Amministrativa, durante un servizio di controllo in corso Vercelli a Torino, per verificare il rispetto delle norme sui luoghi di lavoro e dell’osservanza delle disposizioni per l’emergenza Covid-19. Gli agenti hanno trovano 16 operai di nazionalità cinese intenti a confezionare camici e kit monouso insieme al titolare dell’attività, un cittadino cinese di 45 anni, e al figlio diciottenne.
Tutti gli operai erano al lavoro all’interno di un capannone di oltre 1000 metri quadrati, in diverse postazioni, con macchine da cucire, tagliatrici, bottonatrici, stiratrici. Il tutto era in conto lavorazione per una ditta di Cuneo che aveva fornito la materia prima per la realizzazione dei kit. I tre dipendenti regolarmente assunti non erano presenti, mentre alcuni tra i 16 operai in nero, provenienti dal Milanese, erano stati chiamati proprio per rispondere all’eccezionale richiesta di camici e mascherine. Due di loro erano inoltre privi del permesso di soggiorno in Italia.
Per il titolare è scattata la denuncia per omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro; per aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno previsto; per omissione della valutazione dei rischi e l'adozione del relativo documento e infine per non aver provveduto alla salute e sicurezza del luogo di lavoro.
(01.06.20)