https://www.pupia.tv - Emiliano - Sono quattro anni che la Regione Puglia propone la decarbonizzazione: per noi non è una parola vuota, ma un cambiamento necessario del modello di sviluppo industriale.
C'è voluto un lungo percorso di convincimento durato diversi anni prima che altri soggetti, in principio fuori in Europa e nel Mondo e ora anche in Italia si rendessero conto dell'importanza e dell'inevitabilità della soluzione proposta dalla Puglia: la decarbonizzazione deve essere un mantra, una chiave di volta del sistema per abbassare le emissioni di CO2 e azzerare quelle nocive. Per passare dalla teoria alla pratica occorrono molti tavoli, molta ricerca, molta applicazione di tecnologie e smetterla con le chiacchiere, andando al concreto.
Abbiamo proposto ai vari governi che si sono succeduti la decarbonizzazione dell’Ilva e degli altri impianti inquinanti e se ci siamo ridotti a dire che uno stabilimento a carbone è perfino antieconomico, oltre che dannoso per la salute, bisogna evidentemente cambiare tecnologia, perché l’acciaio e l’energia servono in un’economia moderna, ma non possono essere prodotti in quella maniera.
Non c’è solo Taranto da decarbonizzare: anche a Brindisi c’è una grande azienda che produce bruciando carbone. Qui abbiamo di fronte un’azienda molto diversa da Mittal, l’Enel, che è molto più responsabile e che di fronte alle pressioni sia della Regione che del Comune ha deciso di decarbonizzare la centrale di Cerano in modo spontaneo, cosa che invece Mittal non si vuole rassegnare a fare.
Invece decarbonizzare non solo è possibile ma, alla luce degli ultimi eventi, è l’unica strada immediatamente percorribile.
Dovete sapere infatti, che grazie al lavoro svolto dalla Regione Puglia in Europa, esistono ingenti risorse comunitarie, pari a circa 10 miliardi di euro a valere sul cosiddetto Innovation Fund che sosterrà le innovazioni tecnologiche a basse emissioni di carbonio nelle industrie energivore. A questi 10 miliardi si aggiungeranno poi le entrate derivanti dal programma NER300, un altro programma per le industrie low-carbon.
Se lo Stato e l’azienda avviassero immediatamente un percorso comune per disporre delle somme indicate, si tratterebbe di individuare poi la modalità per gestire, in maniera economicamente equilibrata, il periodo di transizione, assicurando il lavoro e quel residuo di produzione compatibile con l’ambiente. (14.11.19)