Egitto La Tomba Perduta Di Alessandro Magno

Anthony 2019-07-05

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Una ricerca continua, quella degli studiosi.
Individuare il luogo dove fu sepolto il Re Macedone: forse nel centro storico di Alessandria o nella sperduta oasi di Siwa. Viaggio nell’altro Egitto, senza piramidi né crociere sul Nilo. Siwa, i resti dell’antica Shali, su un’altura svettano brandelli di antichi muri, già imponenti, oggi sbranati dai secoli e macinati dal vento.
Sotto si stende un palmeto lussureggiante. E poco più in là si intravede il Sahara, che da queste parti è un altopiano giallastro, piatto come un biliardo. Siamo a Siwa, oasi egiziana a ridosso del confine libico: un grappolo di cinque villaggi, che conta venticinquemila anime, quattrocentomila palme, duecento sorgenti e un mistero. In questo francobollo verde, piazzato in pieno deserto a trecento chilometri dal primo centro abitato e a venti metri sotto il livello del mare, forse fu sepolto Alessandro Magno. Ma nessuno sa dove. La tomba di Iskandar el-Akbar (Alessandro Magno, nome arabo del Re Macedone) è uno degli ultimi interrogativi irrisolti dell’archeologia egiziana.
Che si trovi davvero a Siwa, non è certo: c’è chi l’ha cercata qui, chi nella non lontana Alessandria (in arabo Iskandariya); c’è anche chi crede che non si trovi affatto nel nord Africa, ma in Grecia o addirittura in Italia. Fantasie a parte, è molto probabile
che “il Grande” riposi nel nord-ovest dell’Egitto, sua patria d’elezione: dunque ad Alessandria o a Siwa.

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