A due mesi dall’inizio dell’esodo, sono già 1,2 milioni i Rohingya ad essere fuggiti dal Myanmar verso il Bangladesh. Di questi, circa 720.000 sono bambini, che hanno bisogno di cure ospedaliere, ma anche di servizi per l’istruzione. Per questo Unicef ha creato centinaia di scuole nei vari campi profughi.
Almost 60% of Rohingya refugees are children.
Donate today → https://t.co/oemNVESKnL pic.twitter.com/MBJJoDyH3t— UNICEF (@UNICEF) 23 ottobre 2017
“La cosa importante per i bambini è andare a scuola’‘, dichiara il portavoce di Unicef, Christophe Boulierac. ‘‘Vivono in campi profughi, hanno bisogno di imparare a leggere, contare. Anche solo per la loro vita quotidiana qui nei campi, a medio e lungo termine. L’istruzione permette loro – qualora ne avessero bisogno in futuro, cosa che noi ci auguriamo – di avere le capacità di guadagnare soldi per poter vivere. L’istruzione quindi porta anche dignità e speranza’‘.
Circa 340.000 bambini della minoranza musulmana birmana vivono in condizioni squallide nei campi profughi, dove manca cibo, acqua pulita e assistenza sanitaria.
Up to 12k #Rohingya refugee children are reaching Bangladesh every week.
RT for #ChildrenUnderAttack. pic.twitter.com/a9RsfNmkxE— UNICEF (@UNICEF) 21 ottobre 2017
Ogni classe di queste scuole realizzate da Unicef è composta da 37 alunni, ai quali gli educatori insiegnano birmano, inglese, matematica. Devono imparare, ma anche dimenticare le atrocità delle quali sono stati testimoni nel loro Paese, che hanno fuggito insieme alle proprie famiglie, in cerca di un futuro migliore.