Rex Tillerson in visita nel Golfo Persico

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Come accelerare la ricostruzione dell’Iraq liberandosi dell’influenza dell’Iran. La via indicata dal Segretario di Stato americano Rex Tillerson e dall’amministrazione Trump passa dall’Arabia Saudita.

Il Segretario Usa, in visita in Medio Oriente, getta le basi per un massiccio impegno saudita nella rifondazione dell’Iraq devastato dalla guerra e dalla presenza dell’autoproclamato Stato Islamico, mettendo attorno allo stesso tavolo Re Salman e il Premier iracheno Haider Al-Abadi.

“Siamo convinti che questo potrà controbilanciare alcune delle influenze negative dell’Iran all’interno dell’Iraq. Certamente le milizie iraniane ancora presenti in Iraq, ora che la battaglia contro Daesh, contro l’Isis voglie al termine, dovranno tornare a casa” ha detto Tillerson.

L’appello ai sauditi è la strada maestra per ridimensionare se non eliminare l’influenza sciita in Iraq. Ma le milizie iraniane hanno avuto un ruolo chiave nella lotta all’Isis. Il Ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha reagito via Twitter: “A chi hanno chiesto aiuto esattamente gli iracheni che si sono battuti contro l’Isis per difendere le proprie case? Vergogna alla politica estera degli Stati Uniti, dettata dai petrodollari”.

Una delle tappe di Tillerson era inoltre finalizzata e tentare una mediazione per risolvere la crisi che da mesi contrappone il Qatar alle altre monarchie sunnite del Golfo Persico. Missione senza alcun esito, per ammissione dello stesso Tillerson. Ma già ad agosto il Qatar aveva annunciato d’aver riallacciato le relazioni diplomatiche dopo oltre un anno e mezzo proprio con l’Iran.

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