Personale della Direzione investigativa antimafia di Catania ha eseguito un decreto di confisca beni, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale etneo su richiesta del Direttore della Dia, nei confronti dell'imprenditore Vincenzo Salvatore Rapisarda di anni 29, per un valore complessivo stimato in 1,5 milioni di euro. La prima volta è stato arrestato il 3 aprile del 2015, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nell'ambito dell'operazione antimafia "En Plein", nei confronti di 16 indagati ritenuti affiliati alla consorteria mafiosa "Morabito-Rapisarda" di Paternò. Successivamente, il 16 gennaio del 2016, è stato destinatario di un'altra ordinanza nell'ambito dell'operazione denominata Vicerè per associazione di stampo mafioso, in particolare di essere affiliato al clan capeggiato dal padre ed inserito nell'organigramma del clan "Laudani". Gli accertamenti patrimoniali svolti dagli investigatori hanno consentito di accertare una notevole sproporzione tra le fonti dichiarate e i beni posseduti. Il provvedimento di confisca ha colpito beni intestati alla convivente del Rapisarda ed a lui riconducibili, costituiti da una società e quote di partecipazione di aziende operanti nel settore dell'autotrasporto, nonchè disponibilità finanziarie per un valore di circa 1.500.000 euro.