Urne aperte nel Kurdistan iracheno per lo storico referendum sull’indipendenza da Baghdad. Un appuntamento dalle conseguenze imprevedibili sia per l’Iraq che per gli altri Paesi dell’area, a cominciare dalla Turchia. Le operazioni di voto sono iniziate alle 8 (le 7 in Italia) e continueranno per 12 ore. Sono 5, 3 milioni di elettori al voto in poco più di 12.000 seggi in tre province del Kurdistan autonomo: Erbil, Sulaimaniyah e Dohuk, ma anche la nella provincia contesa (e ricca di petrolio) di Kirkuk.
L’iniziativa promossa dal presidente della regione autonoma Massoud Barzani, ha irritato e preoccupato Turchia, Iran e Siria. Tuttavia il voto non è appoggiato da tutte le forze politiche. Non piace in particolare all’Unione patriottica del Kurdistan (Puk). Per chi si è recato ai seggi è un sogno che si realizza. “Oggi per me è come fosse un altro compleano. È un giorno nuovo una grande festa e io mi sento come se fossi una persona nuova”.
Una donna aggiunge: “Sono felicissima, sono contenta. Nessuno ci dirà cosa fare. Saremo indipendenti”.
I risultati, secondo la commissione elettorale che sovrintende il processo, arriveranno 24 ore dopo la chiusura dei seggi. Il voto però non è appoggiato da tutte le forze politiche. Non piace in particolare all’Unione patriottica del Kurdistan (Puk)