La siccità che dura da tre anni, gli animali che muoiono, 8 milioni e mezzo di persone affamate. In Etiopia, l’allarme è rosso
“Mi chiamo Fatima ho 25 anni e sei figli. Mio marito è un pastore – racconta una donna – aggiunge che aveva 53 bovini, poi ne sono morti 43 per via della siccità prolungata”. La sua è una storia tipo.
Il programma alimentare mondiale nella regione sud orientale dell’Etiopia nutre mediamente 3.300.000 persone al giorno. Ma non basta. Gli inviati delle Nazioni Unite in missione nell’area chiedono che si esca dall’ottica dei progetti per tamponare l’emergenza, e si ragioni a lungo termine.
Gilbert F. Houngbo, presidente dell’agenzia per lo sviluppo agricolo dell’ONU: “Una cosa è certa, c‘è bisogno di un cambio di passo. Non possiamo continuare con l’approccio dei progetti. Ci sono anche colleghi di altre ONG, tutti globalmente abbiamo bisogno di aumentare gli aiuti”.
La FAO ha chiesto 20 milioni di dollari per riuscire a raggiungere un milione di agricoltori e pastori con l’obiettivo di difendere i passi avanti fatti l’anno scorso quando la situazione, a causa del Niño, era già drammatica.