Rio 2016: aperta inchiesta su ipotesi di corruzione per l'attribuzione dei Giochi

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Corruzione per l’attribuzione delle Olimpiadi 2016 a Rio de Janeiro con possibili acquisto di voti in seno al comitato olimpico. È questa l’ipotesi al vaglio della polizia brasiliana che questo martedì ha aperto un’inchiesta.
Perquisizioni sono state effettuate in diverse zone della metropoli e a casa di Carlos Nuzman, presidente del comitato olimpico brasiliano.

70 gli agenti della polizia giudiziaria locale impegnati, accompagnati da colleghi statunitensi e francesi. L’obiettivo era quello di trovare prove sulla compravendita dei voti necessari all’assegnazione dei giochi.

In Francia un’inchiesta simile è già stata avviata per capire se davvero ci sia stata corruzione nell’assegnazione dei Giochi dello scorso anno. Nel 2009 Rio era stata preferita a Chicago, Madrid e Tokyo per un solo voto. Secondo i documenti trasmessi dalle autorità fiscali statunitensi ai tribunali francesi un’azienda che gestisce gli interessi di un imprenditore brasiliano, pagò tre giorni prima della votazione la somma di un milione e mezzo di dollari a una società di proprietà di Papa Massata Diack, figlio di Lamine che all’epoca era a capo della Federazione Internazionale di Atletica (IAAF) e membro del CIO.

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