La sentenza contro i criminali, grandi e piccoli dell’inchiesta Mafia Capitale riconosce un’associazione a delinquere semplice, quindi non un sistema del calibro di Camorra o ‘ndrangheta. Il sequesto casuale di una partita di droga al largo di Cagliari nel 2011 fa scattare le intercettazioni videotelefoniche dei due grandi burattinai del racket di finanziamenti e appalti statali a Roma cioè Massimo Carminati, detto Il Cecato, fascista, ex terrorista di destra e il suo sodale Salvatore Buzzi, avanzo di galera anche lui nonchè presidente di una cooperativa che dà lavoro ad ex detenuti.
Dal 2014 l’inchiesta scoperchia una fitta rete di connivenze e svela l’invenzione del ‘mondo di mezzo’ quello in cui la “premiata” Carminati & Buzzi taglieggia e compra politici, amministratori, imprenditori. Mafia Capitale beneficiava di una forte capacità intimidatoria. A fare da spalla a Buzzi e Carminati ci sono persone come FRANCO PANZIRONI (condannato a 10 anni contro i 21 chiesti dal pm), detto ‘katanka’, ex potente Amministratore Delegato di Ama e braccio destro dell’ex sindaco Gianni Alemanno oppure MATTEO CALVIO, detto Spezzapollici, (condannato a 9 a fronte di una richiesta di 21 anni), braccio “operativo” di Carminati. Il Romanzo criminale di Roma Capitale culmina qui ma i suoi cascami si avvertiranno ancora.