Madri bambine, donne violentate, ragazze vittime d’incesto. 21mila volontari in Camerun hanno creato una rete, Renata , per proteggere, accogliere, curare, le donne vittime di violenza di genere che avvenga in famiglia o per strada, che sia per odio o per costume. Charnelle Lumière, volontaria: “Molto spesso quando si verifica un stupro nel circolo familiare, è difficile per qualcuno parlare, perché i membri della famiglia dicono ‘questa è una questione familiare e non deve essere discussa con gli estranei’. E provano tra di loro a risolvere il problema. Altre volte la famiglia si accorda con il violentatore senza che la vittima lo sappia e così resta abbandonata a sé stessa”.
E la vittima spesso è bambina: il 10 per cento di chi ha subito violenza, in Camerun, ha incontrato il suo aguzzino prima dei 10 anni d’età. Le volontarie di Renata, spiegano ai seienni, fuori scuola, cos‘è stupro e cosa non lo è. Flavien Ndonko, cofondatore Renata : “Il governo deve davvero provvedere con leggi e concretamente perseguire i violentatori, ma deve anche preoccuparsi delle vittime. Forse il modo migliore di aiutarle è supportando le organizzazioni”.
In Camerun sono state stuprate 400mila donne negli ultimi 20 anni.