http://www.pupia.tv - Lamezia Terme (Catanzaro) - Associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina.
Queste le accuse formulate, a vario titolo, a carico di 52 persone fermate a Lamezia Terme dagli uomini del comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro nell’ambito dell’operazione denominata “Crisalide”.
Eseguito un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei confronti di presunti affiliati alla cosca ‘ndranghetista “Cerra – Torcasio – Gualtieri” attiva nella piana di Lamezia.
Un ruolo importante viene attribuito dalla Dda di Catanzaro a Teresa Torcasio, 28 anni, figlia di Giovanni Torcasio e sorella di Vincenzo Torcasio, cognato di Cesare Gualtieri, ritenuto a capo dell’omonimo clan (tutti e tre condannati nell’operazione “Chimera”) e moglie di Antonio Miceli, 26 anni, pure lui tra i fermati.
Dopo l’operazione “Chimera”, secondo gli inquirenti sarebbe stata proprio Teresa Torcasio a rapportarsi con la nonna Teresina Cerra (anche quest’ultima condannata nell’operazione “Chimera”) detenuta in carcere ma costantemente aggiornata dalla nipote in libertà su tutti gli affari del clan di famiglia. Teresa Torcasio avrebbe in pratica costituito quello che la Dda definisce come “anello di congiunzione tra gli associati detenuti e gli affiliati rimasti liberi, portando notizie e imbasciate all’esterno del carcere”.
La contabilità del clan Teresa Torcasio l’avrebbe gestita unitamente al marito Antonio Miceli. Nella “cassa comune” sarebbero confluiti i proventi illeciti derivanti dalle varie attività della cosca partecipando attivamente al mercimonio di sostanze stupefacenti e consigliando con fermezza il marito – rimarcano i magistrati – sulle varie attività delittuose della consorteria”. (23.05.17)