Francia, scosse d'assestamento politico dopo le presidenziali

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L’interregno tra le presidenziali e le legislative francesi è scosso da una serie di micro-terremoti destinati a modificare il panorama politico transalpino.

Il primo avviene nella famiglia Le Pen, ben rodata in materia di drammi politico-familiari: Marion Marechal Le Pen, nipote di Marine Le Pen, ha scelto di abbandonare l’agone. “Per ragioni personali e politiche” ha spiegato in una lunga lettera alla stampa, e per lo meno temporaneamente.

Intanto l’ex-Premier Manuel Valls salta sul “volo” dei vincitori e annuncia la volontà di candidarsi con “La Republique en Marche” del Presidente Emmanuel Macron, abbandonando i socialisti.

“Questo partito socialista è morto, è acqua passata. Non certo la sua storia e i suoi valori, ma deve andare avanti” ha detto intervenendo alle trasmissioni radio di RTL.

Quello che si lascia alle spalle è effettivamente un Partito Socialista in frantumi che con la sua fuga potrebbe tuttavia ricevere il colpo di grazia.

“Non crediamo che si possa lottare contro la frammentazione politica in atto nel nostro Paese attraverso un’unica formazione politica. Crediamo che la modernità, la capacità di rinnovarsi, consista nel riflettere su come creare unione” è stata la dichiarazione piuttosto anodina di Jean-Christophe Cambadelis, portavoce del Ps che arranca per trovare una posizione univoca in vista delle legislative che potrebbero seppellirlo.

L’annuncio di Valls d’altro canto è stato colto con estrema freddezza dal partito del neoeletto Presidente della Repubblica Emmanuel Macron: Valls come qualunque altro deputato ha 24 ore per rinunciare alla tessera socialista e formalizzare la sua adesione a La Republique en Marche è stata la reazione del segretario di En marche! all’annuncio dell’ex-Premier.

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