70.000 persone. Dopo quasi due settimane di protesta, nonostante le temperature sotto lo zero, circa 70.000 persone sono nuovamente scese in strada a Bucarest per mantenere alta la pressione nei confronti del governo social-democratico.
Il famigerato decreto salva-corrotti che ha innescato le più grandi proteste dai tempi della rivoluzione ha costretto il governo a fare retromarcia, ma la decisione deve essere approvata dal Parlamento.
Dan Ionescu, politologo: “Tutti quanti sono in attesa del voto in Parlamento ma la fiducia degli elettori nei confronti della maggioranza al governo è ormai infranta. Devono per forza ritirare il decreto. Se lo fanno, bene, vedremo la reazione della gente” spiega Ionescu ai microfoni di euronews.
La proteste hanno già avuto un effetto concreto sull’esecutivo: il Ministro della Giustizia si è dimesso giovedì scorso.
“È un messaggio che mandiamo al governo: non possono fare quel che vogliono, devono abrogare il decreto che protegge i corrotti” dice un manifestante.
“Vorrei che la prossima settimana la gente fosse ancora in strada per continuare quel che hanno avviato, mandando avanti la protesta fino a quando non vedremo che il governo agisce per i cittadini e non contro di loro” sostiene un altro residente della capitale sceso in strada per la manifestazione, durante la quale migliaia di persone hanno “acceso” una enorme bandiera rumena usando i cellulari illuminati di blu, giallo e rosso.
Il decreto della discordia prevedeva la depenalizzazione dei reati di corruzione: condonati quelli al di sotto dei 44.000 euro. Liviu Dragnea, Segretario del Partito Social-Democratico, accusato e corruzione e abuso d’ufficio, è una delle figure che beneficerebbe della legge.