Iraq: morti fra poliziotti e civili a manifestazione anti-corruzione a Baghdad

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Si è trasformata nella manifestazione più sanguinosa dal 2015 quella che a Baghdad è tornata a denunciare la corruzione e il nepotismo in politica.

Almeno sette i morti, fra i quali due poliziotti, e oltre 200 i feriti, negli scontri scoppiati quando un gruppo ha tentato di dirigersi verso la zona verde, quella di istituzioni e ambasciate. La polizia irachena ha risposto con lacrimogeni e pallottole di gomma.

I manifestanti chiedono riforme elettorali in vista delle elezioni provinciali di settembre.

“Chiediamo un cambio di governo. Al loro posto vogliamo gente patriottica che cominci a ricostruire l’Iraq”, dice un manifestante. “Le elezioni sono state manipolate e falsificate. Ogni quattro anni ci ritroviamo con le stesse persone corrotte. Noi vogliamo gente onesta”.

Il movimento di contestazione, cominciato circa due anni fa e guidato dal capo religioso sciita Moqtada al Sadr, ex leader dell’Esercito del Mahdi,sostiene che la legge elettorale favorisca i grandi partiti (che accusano di corruzione).

Il movimento chiede riforme al primo ministro Haidar Al Abadi che giovedì sera ha avuto una prima conversazione telefonica con Donald Trump nella quale è stato evocato anche il decreto anti-migranti contro il quale Baghdad non intende avviare rappresaglie. Al Sadr vuole invece l’espulsione degli statunitensi dall’Iraq.

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