Il ministro della Giustizia, Florin Iordache, annuncia l’invio in parlamento del decreto anticorruzione. Ma in Romania, ormai, la protesta chiede solo le dimissioni del governo e i manifestanti non lasciano la piazza.
L’esecutivo “non ha ragione alcuna per dimettersi”, dice il leader del Partito social-democratico.
Il decreto d’urgenza, ora abrogato, avrebbe permesso a una serie di politici di sfuggire alla giustizia introducendo una sorta di ‘franchigia’ di 44mila euro sotto la quale non sarebbe scattato il processo per corruzione.
“Ci sono molti tentativi, in molti Paesi, di escludere i funzionari di alto livello, soprattutto i politici, da responsabilità penali – sostiene Laura Stefan, coordinatrice anticorruzione del centro di ricerca Expert Forum – Dopo l’esperienza di Berlusconi in Italia, i politici stanno utilizzando qualsiasi espediente, più o meno in tutto il mondo. Nei Paesi nordici questi comportamenti sono semplicemente al di fuori della comprensione. Ma ci sono Paesi in cui è in corso una lotta costante tra coloro che vogliono punire la corruzione e coloro che vogliono sbarazzarsi delle accuse di corruzione”.
Il popolo ‘anticorrotti’ si prepara al rilancio e tenta l’ultima spallata. “Se restiamo in piazza non potranno resistere”, si legge sulla pagina Facebook del movimento battezzata: “Coruptia ucide”, la corruzione uccide.
In Romania hanno vinto i manifestanti https://t.co/QCJDT76cCp— Il Post (@ilpost) February 5, 2017