E’ già stata definita una delle più imponenti manifestazioni della storia d’America. Grazie anche all’onda dei social media, la “Marcia delle donne” contro il presidente Donald Trump ha visto in piazza solo a Washington quasi mezzo milione di persone. E altre migliaia si sono riversate per le strade Boston, Chicago, New York, e Los Angeles.
This is what democracy looks like. #WomensMarch #WhyIMarch pic.twitter.com/EjVay17UDV— Women’s March (@womensmarch) January 21, 2017
A darsi appuntamento non solo le donne ma anche tantissimi uomini. Di ogni età, religione, ed estrazione sociale. Cittadini della middle-class accanto a tante star della musica e del cinema, come il regista-attivista Michael Moore: “Oggi ho preso il giornale e ho visto questo titolo: “Trump prende il potere”. Non è così”, tuona Moore. “Qui c‘è il potere. Noi siamo la maggioranza. Il nuovo presidente promette le fine della carneficina americana. Noi vogliamo porre fine alla carneficina di Trump.”
Streets are packed! Metro subway jammed!!! Amazing. #WomensMarch— Michael Moore (@MMFlint) January 21, 2017
Tanti gli slogan, ma il simbolo di questa marcia è già diventato il “Pussy hat”. L’idea nata da due amiche in California sta conquistando le teste di tutti i partecipanti: cappelli rosa per ribadire il rispetto ai diritti del genere femminile. Lo indossano la gran parte delle migliaia di persone che gremiscono il centro della Capitale americana e come loro tanti altri in diverse città degli Usa e del mondo.
Un corteo che vede da un lato un America divisa e dall’altro ora un’America unita e determinata a far sentire la propria voce. A partire da quella delle donne che si sentono sotto attacco, dopo le dichiarazioni sessiste del tycoon repubblicano. Una voce unica che chiede rispetto dei diritti, diritti che sono alla base della democrazia di un Paese.
Nashville, Louisville, San Diego, St. Paul, Wichita, Chicago, Oklahoma, London, Los Angeles, NYC, Washington DC… #WomensMarch pic.twitter.com/D4xx2EMd62— Nick Bilton (@nickbilton) January 21, 2017