Trump, le sanzioni e non solo: quando a Davos si parla di Russia

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Le aspettative nelle relazioni con Washington, le prospettive di crescita e soprattutto l’impatto delle sanzioni occidentali. Questi alcuni dei temi toccati dalla tavola rotonda sul ruolo della Russia sullo scacchiere geopolitico internazionale, moderata a Davos dalla giornalista di euronews, Isabelle Kumar.

How is Russia’s role in the world evolving? A live debate from #wef17, today 15:00 CET with isabelle_kumar https://t.co/quuGroPpzy pic.twitter.com/u09dYKnIrw— euronews (euronews) 19 janvier 2017

Qui il video integrale del dibattito

Tra gli ospiti anche Igor Shuvalov, capo della delegazione russa e vice-primo ministro dal 2008: prima di Putin, poi dal 2012 di Medvedev. Sul fronte economico, Shuvalov ostenta ottimismo, affermando che quest’anno la crescita russa potrebbe toccare il 2% e superare quindi ampiamente le previsioni dell’1,5%, formulate dalla Banca Mondiale. Una strategia coordinata è intanto allo studio, ha detto, per frenare la volatilità del rublo: un problema che a suo dire si ripercuote negativamente sull’export, impedendo qualsiasi pianificazione.

“Le sanzioni? Se le tolgono è meglio, ma non ci contiamo”

Tema che più di ogni altro ha scaldato il dibattito è però stato quello delle sanzioni occidentali alla Russia. “Le condizioni esterne potrebbero restare piuttosto difficili – ha detto il vice-primo ministro russo, Shuvalov – . La nostra agenda è basata sul presupposto che le sanzioni vengano mantenute. Se poi invece venissero abolite, è ovvio che la situazione migliorerebbe. Non è però questo lo scenario su cui basiamo le nostre previsioni. Mosca non ha mai auspicato fratture tra i paesi europei. Quanto ci interessa è piuttosto un’Europa che sia forte e unita”.

“Niente spaccature, sulle sanzioni l’Europa è unita

Immediata, sul tema, la replica del Ministro degli esteri slovacco Miroslav Lajçak. “Voci di spaccature in seno all’Unione Europea hanno cominciato a circolare dal momento stesso dell’istituzione delle sanzioni – ha detto -. Eppure, l’Unione Europea è finora sempre riuscita a riconfermarle, facendo prova di grande unità. E parliamo di sanzioni che dipendono dal mancato rispetto degli Accordi di Minsk sull’Ucraina, un fronte su cui non si sono registrati grandi progressi”.

“Più che le sanzioni il problema è la dipendenza dai capitali stranieri

Di natura squisitamente economica le valutazioni del fondatore e amministratore delegato dell’hedge fund Bridgewater Associates, Ray Dalio. “Senza entrare nel merito della politica – ha detto – è auspicabile che le sanzioni vengano ritirate. Da un punto di vista economico sarebbe meglio per tutti. Al di là di questo, la vera questione che la Russia deve affrontare è però soprattutto la riduzione della sua dipendenza dai capitali stranieri”.

Mosca-Washington: prove tecniche di disgelo?

A completare il panel degli ospiti intervenuti al dibattito anche Dmitry Kostygin, presidente del Consiglio d’amministrazione del colosso dell’e-commerce russo Ulmart,

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