L’Iran fa spallucce di fronte alle dichiarazioni di Donald Trump, che ha rimesso in discussione l’accordo sul nucleare con cui Teheran è rientrata nell’alveo delle Nazioni frequentabili dal punto di vista diplomatico e commerciale. L’accordo fu firmato nel luglio del 2015, tra Iran e Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia, Cina, Germania e con la mediazione dell’Unione europea.
“Quello che dice Trump sono essenzialmente slogan – risponde il presidente iraniano -: non ritengo probabile che cambi davvero qualcosa, quando entrerà alla Casa Bianca, perché non è un accordo bilaterale e non sta a lui dire se gli piace o noâ€.
Trump aveva, negli scorsi giorni, criticato quell’accordo: dichiarazioni poi rese più esplosive dalla successiva mediatizzazione, ma è lo stesso Segretario di Stato uscente, John Kerry, a dare sostanzialmente ragione a Rohani:
“Sono pronto a scommettere che tutti i nostri amici e alleati che sono stati con noi nel negoziato si riunirebbero e Russia, Cina, Germania, Francia e Regno Unito direbbero ‘sai cosa? È un buon accordo, lo manteniamo’. Sicché l’Iran e il resto del mondo lo manterrebbero e noi saremmo quelli che se ne tirano fuori, ferendo la nostra credibilità in modo forse irreparabileâ€.
Rohani ha parlato in occasione del primo anniversario dell’entrata in vigore dell’accordo che ha portato, almeno in teoria, alla levata delle sanzioni che colpivano il Paese.