La giustizia turca ha chiesto fino a 142 di reclusione per il co-leader del principale partito pro-curdo, Selahattin Demirtas. Più lieve, fino a 82 anni, la pena invocata per l’altra dirigente dell’HDP, Fiden Yüksekdag. Entrambi sono accusati di sostenere il PKK, ritenuto un’organizzazione terrorista da Turchia, Unione Europea e Stati Uniti.
A valere a Demirtas l’attenzione della giustizia era già stato in passato un discorso del marzo 2013, in cui l’accusa aveva sostenuto di ravvedere un appoggio al Partito dei Lavoratori del Kurdistan.
Insieme alla stessa Yüksekdag e a un’altra decina di parlamentari dell’HDP, era poi stato arrestato all’inizio dello scorso novembre nel quadro della stretta di Ankara contro quelle che il governo turco definisce “attività terroriste”. Un’accusa che il partito di Demirtas ha sempre negato, smentendo legami con il PKK e sostenendo invece di auspicare una ripresa dei negoziati di pace. Centinaia i politici di formazioni procurde arrestati a partire dal fallito colpo di stato dello scorso luglio.