A Bilbao circa 70.000 persone hanno preso parte alla protesta contro le condizioni di detenzione dei prigionieri condannati per aver fatto parte dell’ETA, l’organizzazione separatista basca.
I partecipanti alla manifestazione, organizzata dalla sinistra radicale insieme ai sindacati nazionalisti ELA e LAB, hanno chiesto che i 267 membri dell’ETA ancora rinchiusi vengano trasferiti
nei penitanziari del Paese Basco.
A cinque anni dalla firma del cessate il fuoco, dicono, non serve che i condannati scontino la loro pena nelle prigioni del sud della Spagna. E anche alcuni familiari delle vittime sono d’accordo, come Rosa Rodero, il cui marito venne ucciso dai separatisti: “Quello per cui lotto – dice – soprattutto dopo cinque anni di pace con l’ETA, è che ai prigionieri che sono in carcere vengano dati i diritti legali a cui hanno diritto. Voglio che la legalità venga applicata ai prigionieri”.
Senideak udaletxera iristen.
Bisitarik gabe gaur. Heldu den asteburuan berriz errepidera#SalatzenDut #StopDispertsioa pic.twitter.com/O7OLqbYTxp— Sare (@sare_herritarra) 14 gennaio 2017
L’ETA, nonostante abbia rinunciato alla violenza, continua a chiedere un’amnistia e rifiuta di sciogliersi se i prigionieri non verranno avvicinati alle loro famiglie.
Fondata nel 1959, l’organizzazione separatista basca è ritenuta responsabile della morte di più di 800 persone.
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Sare
ETA
Euskal gatazkaren ondorio eta konponbidearen parte diren presoen salbuespenezko egoerarekin amaitu! #SalatzenDut pic.twitter.com/nyzVVn3jBw— LAB #bideakBatuz (@LABsindikatua) 14 gennaio 2017