Il governo del Myanmar interviene per la prima volta contro le violenze delle forze dell’ordine ai danni della minoranza Rohingya. Un filmato girato dai poliziotti stessi mostra le percosse contro gli abitanti di un villaggio nello stato di Rakhine, risalente al 5 novembre scorso.
Almeno quattro agenti sono stati arrestati, incluso l’autore del filmato realizzato con il cellulare.
Le operazioni delle forze di sicurezza birmane nello Stato di Rakhine, confinante con il Bangladesh, sono iniziate dopo l’attacco contro un posto di frontiera nel quale morirono 9 poliziotti il 9 ottobre. La zona è vietata ai media e alle Ong.
Il governo di Aung San Suu Kyi ha aperto un’inchiesta, mentre l’opposizione ritiene che la polizia si sia vendicata contro gli abitanti di Koe Tan Kaui che avevano denunciato il comportamento delle forze di sicurezza in un’inchiesta sui Rohingya.
Soltanto pochi giorni fa, in una lettera, alcuni Nobel per la Pace avevano chiesto all’Onu di intervenire nello Stato di Rakhine per evitare la pulizia etnica della minoranza musulmana, considerata straniera in Myanmar.
Da ottobre in 50.000 sono fuggiti e hanno denunciato omicidi, torture e stupri da parte delle forze birmane.