Riconciliazione sì, ma non con i vicini. Il Giappone che fa i conti con la storia a Pearl Harbor, non usa la stessa attenzione con Cina e Corea del Sud.
La ministra della Difesa, Tomomi Inada, si è recata al tempio shintoista di Yasukuni. Quando, periodicamente, gli esponenti del governo – talvolta anche il premier – lo visitano, si rinnovano storiche tensioni con Pechino e Seul.
Il santuario ospita le spoglie di oltre mille criminali di guerra.
“Indipendentemente dalla differenza di vedute storiche – ha detto la Inada al termine della sua visita – indipendentemente dal fatto che hanno combattuto come nemici o alleati, credo che tutte le altre nazioni possano capire che vogliamo esprimere rispetto e gratitudine a coloro che hanno sacrificato la loro vita per il loro paese”.
La Corea del Sud parla di scelta “deplorevole”. A Seul, proprio in questi giorni, è in corso uno scontro tra governo e opposizione sull’accordo ratificato con Tokyo sulla questione delle donne sottoposte a schiavitù sessuale dai militari giapponesi durante la Seconda guerra mondiale.
Il sudcoreano che voleva far saltare i bagni dello Yasukuni è stato condannato a 4 anni https://t.co/cE7l4a9mrR— Giulia Pompili (@giuliapompili) July 19, 2016
il Santuario Yasukuni – fra Pace, Guerra e Contestazioni – https://t.co/Tx6LnhZuFk pic.twitter.com/50FFuqDAFu— Luca A Pellegrini (@LucaAPellegrini) September 14, 2016