Una nuova vita per Kawa ed Emina, rifugiati siriani in Germania

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Una vita da rifugiati

Regione della Ruhr. Un tempo cuore della produzione di acciaio, oggi si presenta come uno degli agglomerati urbani più grandi d’Europa, alla prese tuttavia con un elevato tasso di disoccupazione e un’alta presenza di migranti. Sono soprattutto profughi curdi scappati dal nord della Siria. Uno di questi l’avevamo incontrato già nel 2015 ma in Romania.

euronews: “Sono trascorsi due anni; una piccola barca ha attraversato il Mar Nero. A bordo 70 profughi siriani diretti in Romania. In un campo profughi ho incontrato tre di loro: Kawa Eli, sua moglie e la loro bimba appena nata. Dove sono oggi? Cosa fanno? Li stiamo per incontrare a Gladbeck, città a nord della Germania. Non vedo l’ora di rivederli.”

#TheGermanRefugees pic.twitter.com/EfIyRZQjD8— The Germany Refugees (@germanurefugees) 22 novembre 2015

La storia di Kawa e la sua famiglia, un anno dopo

Prima del nostro appuntamento, facciamo un salto indietro nel tempo. Era inverno, ma nemmeno il maltempo era riuscito a fermare quell’ondata di barconi della speranza carichi di profughi nel Mar Nero. Diretti verso il Mediterraneo, la Grecia o l’Italia. Notizie di carrette affondate, di corpi dispersi, di corpi salvati. E noi di Euronews ci siamo recati sul posto.

Kawa e Emina era fuggiti da Kobane, dalle violenze dell’Autoproclamato stato islamico, che nel 2014 in Siria aveva conquistato centinaia di villaggi curdi. Dopo aver trovato un rifugio temporaneo al confine sul versante turco, Emina ha partorito una bimba: Huner. La coppia da quel momento ha deciso di cercare un futuro migliore in Europa. “Ho visto la guerra, persone che morivano davanti ai miei occhi. Persone che venivano uccise, sgozzate, un uomo che conosci molto bene lo vedi morire sotto i tuoi occhi. Non è facile vedere la tua casa distrutta, in un momento salta tutto”, racconta Kawa Eli.

Nel campo profughi rumeno, Kawa ci aveva invitato a giocare a scacchi. Ora abbiamo deciso di incontrarlo di nuovo, anche per un’altra partita. Ed eccoci qua. Dopo due anni è ancora una fredda giornata invernale nel nord della Germania. Come sempre Kawa ci accoglie a braccia aperte. Siamo a Gladbeck, città di circa 77.000 abitanti, tra i quali 1.200 sono rifugiati. Qui Kawa ha trovato una sistemazione per lui e la sua famiglia.

Mentre Emina, sua moglie, prepara la cena , ci annuncia un lieto evento: aspetta un’altra bimba. Nascerà a gennaio. Per Kawa sono stati anni difficili e pesanti. Le autorità rumene lo hanno accusato di essere un contrabbandiere, per aver attraversato illegalmente le frontiere insieme a moglie e bimba appena nata. 6 mesi di carcere per l’uomo. Emina e la sua piccola, grazie all’aiuto di un uomo, sono scappate in Ungheria, Austria e quindi in Germania. In attesa del processo, Kawa giocava a scacchi. Poi un giorno la tanto attesa notizia. “L’interprete mi aveva detto che mia moglie e mia figlia erano sane e salve. Ho dimenticato di essere in prigione, ero solo felice che fossero arrivate in Ge

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