In Germania, la volontà di non cedere alla paura

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Evitare di cadere nella trappola della paura. Berlino, simbolo dell’Europa che la paura l’ha vinta e superata, si unisce nel dolore e nel lutto dopo l’attentato del 19 dicembre. Una reazione, quella che si può raccogliere per le strade della capitale meno di 48 ore dopo lo shock, del tutto simile a quella già registrata dopo gli attentati di Parigi.

“Credo che dobbiamo inviare un messaggio, che dobbiamo mostrare che restiamo uniti, che continuiamo una vita normale” dice una residente di Berlino. “Spero davvero che saremo in tanti a trasmettere questo messaggio, che Berlino sarà unita, che continueremo a camminare in strada, a vivere inviando un segnale contro il terrorismo, qualunque sia la sua origine”.

Se le indagini confermassero che la strage del mercato di Natale ha un legame diretto con l’Isis che lo ha rivendicato, sarebbe il primo grande attentato di matrice islamica in Germania da 5 anni a questa parte. Nel 2011 all’aeroporto di Francoforte uno jihadista uccise due soldati statunitensi.

“È innegabile, ora ci guardiamo attorno più di prima” ammette un residente di Monaco “ma non dobbiamo assolutamente nasconderci, dobbiamo continuare una vita normale ed evitare di cadere nella trappola della paura”.

La Germania, per la sua storia e per la sua cultura, è un Paese che difficilmente cederà alla tentazione di rinunciare alle libertà in nome della sicurezza. Ma il dibattito su come trovare l’equilibrio tra i due poli è già destinato ad essere oggetto della campagna per le elezioni del prossimo anno.

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