Due settimane dopo dall’avvio dell’offensiva militare finale delle forze armate siriane contro i ribelli ad Aleppo, ormai soltanto una piccola parte della seconda città siriana resta nelle mani degli oppositori al regime di Bashar Al-Assad.
Almeno un terzo dell’intera area orientale di Aleppo, che negli ultimi due anni ha rappresentato il principale bastione ribelle in Siria, è tornata sotto il controllo delle forze di Damasco. Cruciale l’appoggio dell’aviazione russa che ha intensificato i bombardamenti negli ultimi 14 giorni.
Aleppo è sotto assedio da parte dell’esercito siriano da 4 mesi e le condizioni della popolazione civile sono state costantemente oggetto di denuncia da parte delle ong e delle Nazioni Unite. Le ultime accuse nei confronti del regime di Damasco riguardano l’uso di armi chimiche.
Un fatto non nuovo dall’inizio della guerra in Siria, ma ora armi a base di concentrato di ammoniaca sarebbero state utilizzate proprio per fare terra bruciata tra la popolazione, anche quando i civili cercano rifugio in cantine e sotterranei per sfuggire ai bombardamenti.
I combattimenti degli ultimi giorni hanno costretto alla fuga almeno 10.000 persone secondo i dati dell’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani.