Porta sigillata e serrature cambiate, impossibile tornare al lavoro nei propri uffici moscoviti per Amnesty International. L’Organizzazione Non Governativa che si occupa di diritti umani ha trovato i sigilli del Comune, proprietario dell’immobile, secondo il quale vi sarebbe un ritardo nel pagamento degli affitti. Circostanza smentita dal direttore di Amnesty Russia:
“Non riusciamo a capire cosa sia successo. Non c‘è stato nessun avvertimento. Nessun messaggio per posta o e-mail. E devo sottolineare che per vent’anni, da quando occupiamo in affitto questi uffici, abbiamo sempre pagato puntualmente. E non c‘è dubbio sul fatto che non si tratti di un’espulsione legata all’affitto”.
“Visto il clima attuale” in Russia, “ci sono varie spiegazioni possibili ma è troppo presto per trarre delle conclusioni”, ha poi scritto in un tweet il direttore di Amnesty International per l’Asia e l’Europa centrale.
Un portavoce della Presidenza ha detto che il Cremlino non ne sa nulla, ma risale solo a ventiquattro ore prima l’ultimo attacco dell’associazione, che aveva chiesto la liberazione di Ildar Dadin, un oppositore in carcere per aver manifestato senza autorizzazione. Il Comune dal canto suo afferma di aver avvisato l’inquilino considerato moroso.