“Probabile corruzione ai vertici del potere” e l’invito, perentorio, ad avviare una commissione d’inchiesta: l’imbarazzante rapporto per il Presidente sudafricano, Jakob Zuma, è stato pubblicato ed è molto chiaro nelle sue conclusioni.
Lo stesso Zuma aveva tentato a lungo di bloccarne l’uscita, ma questo atteggiamento lo ha pagato in termini politici, fino a perdere l’appoggio della sua stessa maggioranza, fino alla presa di distanze della fondazione Mandela. Ha quindi deciso di non opporsi più alla pubblicazione, e il giudice ha dato un via libera immediato.
“Zuma è sotto assedio anche in casa propria adesso, anche l’ANC adesso parla apertamente contro di lui e penso che la società si sia resa conto che per lui è la fine”, argomenta il portavoce di un partito d’estrema sinistra, fondato da fuoriusciti dell’ANC, l’African National Congress che fu di Mandela ed è stato finora guidato da Zuma.
Secondo le accuse l’attuale presidente avrebbe avuto rapporti un po’ troppo stretti con la famiglia Gupta, potenti imprenditori d’origine indiana, proprietari tra l’altro di una miniera, insieme a un figlio dello stesso presidente. Miniera ottenuta grazie ai buoni uffici di un ministro. Migliaia di persone sono scese in piazza proprio mentre veniva presentato il rapporto del Public Protector.