http://www.pupia.tv - Chieti - Si è avvalso della facoltà di non rispondere Emanuele Cipressi, il 24enne di Chieti in carcere per l'omicidio di Fausto Di Marco, 39 anni, morto all'alba di domenica davanti ad un locale di Chieti Scalo dopo essere stato colpito da un fendente al collo, probabilmente un vetro di una bottiglia, che gli ha reciso la carotide.
Cipressi, assistito dall'avvocato Roberto Di Loreto, è stato interrogato questa mattina nel carcere teatino dal pm Giancarlo Ciani, che lunedì aveva firmato il provvedimento di fermo, e dal gip Luca De Ninis.
Un delitto nato da un episodio banale che ha fatto seguito ad un iniziale tentativo di approccio della vittima nei confronti di una ragazza. Secondo quando emerso dalle testimonianze raccolte e riportate nell’ordinanza, uno degli avventori del locale aveva offerto una patatina al cane della ragazza, suscitando la reazione di quest’ultima la quale, preoccupata per la salute dell’animale, aveva finito con il rimproverare anche il cane. E ciò aveva indotto Di Marco ad intervenire “forse frustrato per il respingimento delle proprie avances, di certo non sobrio a causa dell’assunzione di alcolici ed avente un’andatura barcollante, a rimproverare a sua volta la donna”.
Tale rimprovero - come si legge nell’ordinanza – “ha suscitato una ulteriore reazione della donna che gli si è avventata spingendolo e dicendogli di smetterla”, dandogli, secondo una testimone, del “finto animalista”, “subito spalleggiata da Cipressi”.
E’ a questo punto che Di Marco, “vistosi affrontato si voltava, come per tornare indietro verso il circolo Tre Assi, ma improvvisamente tornava di nuovo verso la donna e le lanciava contro un bicchiere contenente birra, bicchiere che finiva sulle gambe e sui piedi di Cipressi”.
Un gesto, questo, che ha fatto esplodere la reazione “inconsulta” di Cipressi il quale, secondo l’accusa, ”dopo averlo affrontato faccia a faccia con atteggiamento di sfida, in rapida successione entrava nel locale, prelevava una bottiglia di birra vuota con la mano destra, usciva di nuovo all’esterno, la infrangeva su un tavolino e sferrava il fendente mortale”, scena vista da due testimoni ”portando il braccio destro dapprima verso l’alto e poi sul collo della vittima”. (13.10.16)