Iraq: iniziata la campagna di Mosul, la "madre" di tutte le battaglie anti-Isil

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Mosul è l’ultima grande roccaforte irachena dello Stato islamico. Alcune notizie raccontano di jihadisti già in fuga, ma altri osservatori parlano di una campagna che potrebbe durare settimane se non addiruttra mesi.

Mosul è nelle mani del califfato dall’estate 2014. Prima di essere invasa contava quasi un milione e mezzzo di abitanti. Oggi sarebbero la metà. L’attacco è partito da nord e sud. Presenti anche forze straniere. Persino gli italiani a difsa della locale diga potrebbero intervenire se necessario. Per evitare tensioni però, ad entrare in città saranno solo i soldati dell’esercito ed eventualmente saranno seguiti da milizie sunnite locali, composte anche da abitanti di Mosul.

Il presidente Barzani ha piegato che l’operazione delle forze curde è in preparazione da tempo.

Perché Mosul è nel cuore del Kurdistan iracheno e viste le tensioni interetniche i turchi mantengono un profilo per ora defilato. Cosi il presidente Erdogan: “Non siamo responsabili di quello che accadrà, ma parteciperemo alle operazioni e sederemo poi al tavolo delle trattative perché condividiamo con l’Iraq un confine lungo 350 chilometri e siamo sotto continua minaccia”.

Fra i timori della coalizione anti-Isil, operazioni suicide dei jihadisti con armi chimiche, e l’incendio dei pozzi petroliferi e dei grandi depositi di zolfo che si trovano nella zona di Sharqat, a Sud della città. Se bruciato in grandi quantità nell’atmosfera, il biossido di zolfo reagisce con l’ossigeno e con il vapore acqueo nell’aria e forma acido solforico. Questo provocherebbe piogge acide che avvelenerebbero per anni la regione e i suoi abitanti.

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