L’Ungheria si prepara a votare domenica sul referendum voluto dal governo in tema di immigrazione.
Viktor Orban cerca la conferma del suo rifiuto di accogliere migranti nell’ambito della ridistribuizione prevista dall’Unione europea.
Un ulteriore provvedimento dopo la chiusura delle frontiere, i reticolati eretti ai confini e le misure per il respingimento di migranti verso la Serbia.
La campagna referendaria è caratterizzata da toni accesi.
Un residente della capitale, Mihaly Pocze, esclama: “Guardate quanti problemi devono affrontare i Paesi che hanno accettato i migranti. Stupri di donne e così via.”
Agli slogan della destra, secondo cui un milione di stranieri vuole raggiungere l’Europa dalla Libia, risponde un cartellone su cui si legge: “Lo sapevate? C‘è un milione di ungheresi che vuole arrivare in Europa dall’Ungheria.”
Un messaggio apprezzato da una giovane abitante di Budapest, Marta Megyesi, che sottolinea:
“La campagna del partito del Cane a due code è la mia preferita. Fornisce la risposta più ironica possibile all’assurda situazione che il partito di governo Fidesz ha creato con questo referendum.”
A un anno dalla crisi umanitaria dei profughi sulla rotta balcanica, intanto, Amnesty International denuncia quelli che definisce esami sommari delle richieste d’asilo in Ungheria e riferisce di aver raccolto molte testimonianze sulle violenze inflitte ai profughi lungo il confine meridionale.