Una delegazione dell’opposizione siriana è stata ricevuto al Cairo dal ministro degli Esteri egiziano. L’obiettivo è ottenere dall’Egitto un maggior impegno nella ricerca di una soluzione al conflitto siriano, dopo il fallimento dell’ultimo cessate il fuoco e l’escalation del conflitto, soprattutto ad Aleppo, dove la popolazione sotto assedio ha bisogno di aiuti umanitari.
I negoziati devono riprendere: “Gli ultimi accordi tra Russia e Stati Uniti sulla tregua avevano fatto nascere grandi speranze e anche creato l’aspettativa di un nuovo ciclo di trattative ma adesso dobbiamo costatare che le cose sono peggiori di prima”, dice Jamal Suliman dell’opposizione siriana.
Una soluzione pacifica per la crisi in Siria è auspicata anche dal presidente egiziano al Sisi che insiste sul principio del rispetto dell’integrità territoriale e della volontà del popolo siriano e sul disarmo delle formazioni estremistiche.
Per la pace serve l’impegno di tutti, ha detto il capo della delegazione dell’opposizione siriana, Jihad Makdissi: “Nessun può lavarsene le mani. Vogliamo che le decisioni prese dal Consiglio di sicurezza, a Ginevra o a Vienna siano rispettate, quindi che vengano ripresi i colloqui per i negoziati e che vengano chiarite le fasi della transizione politica, non chiediamo a nessuno di adottare la nostra linea personale, ma solo di fare degli sforzi per cercare di fermare questa guerra”.
“La delegazione dell’opposizione siriana venuta qui al Cairo sa benissimo che una soluzione al conflitto siriano passa attraverso un accordo tra tutte le forze coinvolte, non solo quelle regionali, ma anche quelle internazionali”, spiega Mohammed Shaikhibrahim, corrispondente di Euronews al Cairo.