Dopo quattro anni di lavori di costruzione e decenni di programmazione, è stato aperto a Washington il Museo nazionale della storia e della cultura afro-americane.
Promesso dal presidente George W. Bush, il Museo apre i battenti negli ultimi giorni della presidenza di Barack Obama.
In mostra più di 3000 oggetti, dalle catene per gli schiavi alle scarpe da danza di Sammy Davis, il che fa dell’esposizione la più ampia collezione dedicata alla cultura black al mondo.
“Non è la storia dei neri fatta dai neri, piuttosto è il modo di vedere gli Stati Uniti attraverso le lenti di questa comunità. Se si vuole capire la nozione statunitense di ottimismo, di resilienza, di uguaglianza, si deve partire da questa comunità. Essenzialmente il messaggio è: è la vostra storia, a prescindere da chi siate”.
In mostra i simboli della segregazione e del razzismo, ma anche quelli del riscatto e della gloria. Come il trionfo di sportivi e star.
“Viviamo in una epoca in cui il tema razziale è ancora vivo e divide. Luoghi come questo possono aiutare a trovare le opportunità di discutere e forse perfino trovare percorsi di riconciliazione”.
Dunque spazio ad arti e musica, che come ricordava Borges, sarebbero state universalmente un’altra cosa senza gli afroamericani.
“I promotori pensano a un Museo dove i cittadini statunitensi possano apprendere la storia degli afro-americani, e cosa abbiano rappresentato le loro vite. I recenti episodi di poliziotti che uccidono neri disarmati aggiungono solo un altro capitolo di questa esperienza, ancora troppo recente per essere messa in mostra”.