Messico, svolta nelle indagini sulla morte degli studenti di Iguala

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Il Messico fa un passo più in là per svelare il mistero degli studenti di Iguala. Una nuova fase investigativa nel caso dei 43 studenti rapiti ed uccisi nel 2014 ha esteso gli interrogatori a tutti i livelli delle forze dell’ordine mentre nella prima fase investigativa soltanto la polizia locale era entrata nel mirino degli inquirenti.

Il procuratore speciale Alfredo Higuera ha rilasciato un’intervista all’agenzia stampa Reuters spiegando che sono state anilizzate e messe a confronto centinaia di telefonate effettuate la notte dei fatti. Telefonate fatte da agenti delle forze dell’ordine, da funzionari di Stato di ogni livello, così come quelle di studenti e detenuti.

“Non c‘è stato alcun limite riguardo alle persone interrogate. Membri delle forze militari, della polizia federale, della polizia di Stato, della polizia locale. Dunque ad ogni livello governativo” ha detto Alfredo Higuera, precuratore incaricato dell’inchiesta.

Higuera ha assunto la guida dell’indagine il 1 giugno scorso, un mese circa dopo che un gruppo di esperti stranieri nominati dalla Commissione Interamericana per i Diritti Umani (CIDH) aveva segnalato le numerose carenze dell’indagine governativa.

Il 26 settembre di due anni fa 43 studenti di diritto della città di Iguala, nello Stato di Guerrero, vennero rapiti dalla polizia locale mentre si recavano in autobus ad una protesta studentesca. L’attuale pista investigativa ipotizza che siano stati consegnati ai narcos del cartello Guerreros Unidos che li avrebbe uccisi per poi bruciare i corpi.

In base ai nuovi elementi dell’indagine i ragazzi sarebbero anche stati torturati e tutto l’iter investigativo sarebbe stato oggetto di depistaggi da parte di funzionari dello Stato, compreso un responsabile della Procura Generale della Repubblica. Ad oggi i corpi delle vittime non sono stati rinvenuti.

Caso #Iguala sigue “empantanado” por voluntad del gobierno, acusa Vidulfo Rosales https://t.co/76rK9nukyQ pic.twitter.com/MYnAuh1AKl— La Jornada BC (@LaJornadaBC) 13 settembre 2016

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