Salvare la fabbrica di Alstom a Belfort è l’obiettivo di François Hollande, a otto mesi dalle presidenziali in Francia. La posizione del capo dello Stato è stata espressa nel corso di una riunione di emergenza all’Eliseo, pochi giorni dopo l’annuncio del costruttore di treni di interrompere la produzione a Belfort. Lo Stato detiene il 20% di Alstom.
“Per raggiungere l’obiettivo – sostiene il ministro dell’Economia e delle Finanze Michel Sapin – lavoreremo con i rappresentanti politici, con le organizzazioni sindacali, con la direzione di Alstom e con tutti coloro che essendo in grado di effettuare ordini in Francia possono permetterci di salvare le attività ferroviarie di Alstom a Belfort.”
#Alstom : “Quand il y a des grandes filières qui doivent être soutenues, nous devons nous engager” — fhollande pic.twitter.com/5AfNdqpvcz— Élysée (Elysee) 12 septembre 2016
Il primo ministro Manuel Valls ha criticato Alstom per non aver messo al corrente lo Stato delle decisioni prese dalla direzione e ha imposto una fase di negoziati.
“Speriamo che non siano soltanto parole con fini politici visto che presto si tengono le elezioni presidenziali”, afferma Roland François, rappresentante del sindacato CGT. “Vediamo tutti questi politici agitarsi, ma vorremmo vedere dei risultati”.
Alstom prevede di spostare la produzione di Belfort a Reichshoffen, in Alsazia, entro il 2018, e intende proporre ai 400 lavoratori il trasferimento verso altri siti in Francia.
Secondo il quotidiano Le Monde, il gruppo non si trova in difficoltà. Al 30 giugno Alstom possedeva un portafoglio di ordini da 29,7 miliardi di euro, l’equivalente di oltre quattro anni di fatturato.
Di recente Alstom ha vinto numerose gare d’appalto all’estero: in Italia, Paesi Bassi, Germania, Medio Oriente, Sudafrica e America Latina.