La Russia rafforza la propria presenza in Crimea: dopo l’avvio di esercitazioni militari nella baia di Sebastopoli, Mosca ha dispiegato il sistema di difesa antiaerea e antimissile S-400 in una località non precisata della penisola annessa nel 2014.
Il sistema ha una portata di 400 chilometri ed è già installato in Russia e in Siria.
Ru media outletadvisesof anti-aircraftmissile system S-400 "Triumph" to Crimeahttps://t.co/AtUxxhrL0v |EMPR pic.twitter.com/0aNulpSp5f— EuromaidanPR (@EuromaidanPR) 12 août 2016
Per il capo dell’intelligence ucraina c‘è un rischio molto elevato per la sicurezza del Paese: “Le azioni della Federazione Russa hanno l’obiettivo di nascondere innanzitutto l’aumento del numero di soldati nella penisola di Crimea; secondo, il movimento di truppe vicino alle nostre frontiere”, sostiene Vadym Skybytskyi. “Non si possono escludere altre azioni da parte delle forze armate russe che accrescano il livello di minaccia nei nostri confronti e la tensione attorno al nostro Paese”.
L’Ucraina ritiene “un pretesto per nuove azioni militari” le accuse russe: i servizi segreti alcuni giorni fa avevano affermato di aver sventato attentati orditi da Kiev in Crimea.
Per il primo ministro russo Dmitri Medvedev non è esclusa la rottura delle relazioni diplomatiche: “Non vorrei che finisse così. Ma se non c‘è altra opzione per influenzare la situazione, il presidente può probabilmente prendere la decisione”.
Intanto Kiev fa chiarezza su Eugeny Panov, uno dei cosiddetti sabotatori arrestati in Crimea da Mosca: non è un membro dell’intelligence ucraina, come sostenuto dalla Russia.