Massacro a Nizza: le parole dei sopravvissuti

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Gente comune, migliaia di persone si sono ritrovate sullo splendido lungomare di Nizza per deporre un mazzo di fiori sul luogo del massacro di giovedì sera. Fra i messaggi dolore, vicinanza alle famiglie delle vittime, un pensiero a chi non c‘è più, ma anche molta rabbia di fronte al ripetersi degli attacchi.

Così una donna: “C‘è molta sofferenza e tanto dolore, ma non dobbiamo fermarci. Dobbiamo andare avanti”.

Una madre aggiunge: “Avrei potuto esserci io fra le vittime, o mia figlia, che ha 21 anni. Quella sera mi ha detto, non ho voglia di uscire. Avrebbe dovuto essere qui. Questa gente (che perpetrato l’attentato) ha distrutto intere famiglie. Che razza di vita avranno adesso?”

Nel momento in cui il camion si è lanciato sulla folla e si sono uditi colpi di arma da fuoco. I ristoranti hanno aperto le loro porte offrendo una protezione a chi scappava: “Abbiamo cercato di far entrare più gente possibile. Tutti scappavano e nei voglti, negli occhi della gente ho visto il terrore”, dice la proprietaria di un bar.

Il bilancio delle vittime peggiora. 121 persone sono ancora ricoverate, 26 ancora in rianimazione, mentre i traumi dei sopravvissuti non sono ancora stati curati e sono difficilmente misurabili: “Mi creda, non dormo più da quella notte, non appena chiudo gli occhi mi ritornano davanti quelle terribili immagini”.

Immagini che non andranno più via.

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