Strage Orlando, Fbi indaga su ruolo moglie Omar Mateen

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Un omosessuale latente, un militante dell’Isis, un semplice squilibrato per il quale ogni argomento sarebbe stato valido per passare all’atto. L’indagine sulla strage al Pulse, locale gay di Orlando, non esclude nessuna pista mano a mano che si scava nella complessa personalità dell’omicida Omar Mateen.

Secondo gli elementi dell’indagine, l’uomo era un noto frequentatore sia del Pulse almeno negli ultimi 3 anni che si un altro locale gay, il Revere, chiuso dallo scorso giovedì. Un club con capienza di 750 persone, ben superiore al Pulse.

Il ruolo dell’attuale moglie, Noor Zahi Salman, è inoltre oggetto di particolare attenzione da parte dell’Fbi: la donna avrebbe accompagnato Mateen ad acquistare le armi usate per la strage. Secondo i media statunitensi gli inquirenti stanno cercando di capire se e quanto la donna sapesse delle intenzioni omicide del marito.

Il Presidente Barack Obama sarà ad Orlando giovedì per rendere omaggio alle famiglie delle vittime ed incontrare i sopravvissuti. La sparatoria, la peggiore mai avvenuta negli Stati Uniti, è costata la vita a 49 persone. Altre 50 sono rimaste ferite.

“Per me che sono omosessuale, andare in un club come il Pulse era come aver un luogo sicuro, non posso andare in qualunque altro bar ed essere me stesso perchè in giro c‘è tanto odio” racconta uno di loro, Angel Santiago, ancora ricoverato.

Patience Carter, curata nello stesso ospedale di Orlando, si è espressa davanti alla stampa leggendo alcuni versi: “Quando sei accanto a persone la cui vita è stata brutalmente spezzata, essere ancor viva diventa un grave fardello”.

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