Arrivati a Bruxelles i primi belgi che hanno lasciato il Burundi in preda alla violenza

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A bordo di un volo speciale partito dal Burundi sono tornati a Bruxelles i cittadini belgi che hanno deciso di lasciare il paese ormai in preda alla violenza.

Dallo scorso aprile si contano più 300 morti e oltre 20.000 profughi interni.

“Il clima è di estrema insicurezza, nessuno riesce a continuare con le proprie attività, nessuno si sente al sicuro. E’ una situazione è pesante”.

A scatenare gli scontri, l’annuncio del presidente in carica, Pierre Nkurunziza, di volersi candidare per la terza volta, aggirando la Costituzione.

La situazione è peggiorata a luglio, quando Nkurunziza è stato eletto in una elezione boicottata dalle opposizioni.

Il Burundi rischia di avvitarsi nella guerra civile, così come accaduto tra il 1993 e il 2005, quando lo scontro tra Huti e Tutsi in Ruanda lasciò sul campo 300.000 morti.

Venerdi l’Unione Africana ha deciso la creazione di una Missione militare di 5000 uomini, ipotesi questa a cui si oppone il parlamento del Burundi che ha approvato un

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